Scuola di Cucina | La Regione Toscana denuncia un deficit nel settore Alberghiero e Ristorativo.

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I RISTORATORI: “LE SCUOLE ALBERGHIERE NON PREPARANO I RAGAZZI AL LAVORO” 

Così riporta l’articolo di Panorama Chef  (Panoramachef.it) che vogliamo riproporre alla vostra attenzione.
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Se cerco un cuoco, mi serve una persona in grado di dirigere il personale, di scegliere il prodotto, di riuscire a capire, tanto per fare un esempio pratico, se un pesce è fresco o di due giorni prima. Ecco, questo non avviene perché la distanza tra scuola e imprese sta diventando sempre più abissale, perché il rapporto tra studio e formazione pratica soffre di una mancanza di sintonia che nel nostro settore sta diventando decisamente preoccupante“.

E’ quanto dichiarato al quotidiano toscano “Il Tirreno” da Aldo Cursano, Presidente regionale della FIPE, la federazione dei pubblici servizi di Confcommercio, oltre che titolare di un ristorante e di un caffè storico nel cuore di Firenze.

tirreno Il suo pensiero – si legge nell’articolo- è la sintesi di ciò che pensano molti operatori del settore. Se incentivare il settore turistico infatti sembra essere decisivo per la ripresa, idea sostenuta anche dai dati economici diffusi dall’Irpet, l‘Istituto toscano per la programmazione economica, purtroppo gli istituti professionali non riescono a soddisfare la preparazione necessaria, soprattutto alla luce di nuove esigenze che mal si conciliano con tagli e razionalizzazioni. Diventa evidente e necessario quindi, secondo Cursano, “trovare velocemente un modello per cui scuola, istituzioni pubbliche e imprenditori privati lavorino insieme per creare delle vere professionalità“.

Come evidenziato nell’articolo, ALLA CRISI PER I SETTORI ALBERGHIERO E RISTORATIVO e ai problemi strutturali delle scuole italiane si sarebbe aggiunta la riforma dell’ex Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, ovvero un taglio secco alla pratica che avrebbe penalizzato in maniera insostenibili le scuole alberghiere. La riforma Fornero avrebbe poi reso tutto ancora più difficile. Meno soldi, meno laboratori, meno esercitazioni pratiche, un’offerta formativa sempre più generalizzata e superficiale e quindi diplomati sempre meno formati.

Ad incoraggiare i ragazzi ad iscriversi alle scuole alberghiere, ci sarebbero i grandi Chef, presenze fisse in numerosi format televisivi, ma una volta entrati nel mondo del lavoro, dimostrano troppo spesso, secondo gli operatori del settore, una preparazione carente. Una buona scuola di cucina, incentrata sulla pratica invece porta l’allievo ad essere subito operativo e ad imparare un mestiere vero e proprio.

Purtroppo vediamo arrivare in cucina o alla reception persone brave, ma che magari non hanno mai visto un Hotel – ha dichiarato Paolo Corchia, Presidente Toscano di Federalberghi – eppure io ricordo delle vere eccellenze scolastiche, una tradizione che purtroppo si è persa.”

Un aspetto in controtendenza è invece quello evidenziato da Riccardo Monti, dirigente scolastico di una scuola d’eccellenza come l’Istituto alberghiero di Montecatini Terme. Monti dichiara ” Qui l’anno prossimo arriveremo a 1300 – 1350 studenti, circa un centinaio in più di quello attuali. Nonostante i tagli facciamo di tutto per mantenere al massimo la parte pratica e i risultati si vedono: il 90-95% dei nostri ragazzi, quando esce, trova subito lavoro“.

Fonte: Panorama Chef

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