Corsi di Cucina Firenze: i grandi falsi miti della cucina italiana all’estero
La scelta di intraprendere un corso di cucina professionale a Firenze, culla della storia italiana anche a tavola, è fortemente connessa con la passione per l’enogastronomia.
Non solo, anche con il rispetto e la valorizzazione delle tradizioni e dei prodotti del territorio di appartenenza.
E in fatto di cultura gastronomica e di qualità delle materie prime, “Italians do it better”.
Il Made in Italy, in Italia come all’estero, infatti è considerato una garanzia di eccellenza e professionalità.
Lo sottolineano, purtroppo, il tasso di prodotti nostrani a marchio DOP, DOC e IGP contraffatti – con un giro d’affari di 3 milioni di euro solo nel 2016* – e le ricette “finto-italiane” che i Paesi esteri storpiano o inventano, al solo fine di rendere invitante un piatto.
Fuori dai confini del Belpaese e lontano dai corsi di cucina professionali nostrani, specialmente nell’area degli USA, le tavole calde italo-americane propongono dei grandi classici, amati e popolari, che con le specialità italiane non hanno alcune legame.
Scopriamo i più grandi falsi miti della cucina italiana all’estero.
• Fettuccine Alfredo
È senza dubbio il piatto sovrano dei falsi miti della cultura gastronomica italiana: le Fettuccine Alfredo, in America sono una celebrità. Questa pasta all’uovo condita in bianco con burro e parmigiano (sempre che di Parmigiano si tratti) è un must della cucina Made in Italy all’estero. Tanto che tra gli scaffali dei market è possibile trovare anche una “Alfredo Sauce”, composta da burro e formaggio addensati con amido, per chi proprio non può fare a meno della finta specialità italiana anche a casa.
Peccato che in Italia, evidentemente, le Fettuccine Alfredo siano classificate come “non pervenute”, mentre la pasta in bianco non è esattamente posizionata come un piatto gourmet e protagonista dei corsi di cucina.
• Spaghetti con polpette e pasta con pollo. Con garlic bread.
Due esempi lampanti di come all’estero la pasta sia spesso considerata un contorno, più che un primo piatto. La particolarità di queste due specialità, tutt’altro che nostrane, è infatti la presenza copiosa e abbondante di carne nel piatto. Dimenticatevi le regole di base dei corsi di cucina, come quelle per realizzare un finissimo ragù, lasciato sobbollire per ore, o per ammorbidire i piccoli tocchetti di carne che insaporiscono il sugo: nel primo caso le polpette che accompagnano gli spaghetti sono enormi, mentre nel secondo è il pollo, non la pasta, il vero protagonista della ricetta.
Nell’immaginario straniero, chiude la reinterpretazione del simil pasto all’italiana, il garlic bread: una bruschetta guarnita con aglio, burro, parmigiano e prezzemolo che, per gli americani, è da accompagnare alla pasta.
• Pepperoni Pizza, Meatlovers Pizza o Pineapple Pizza
Tutta Italia potrebbe insorgere alla sola vista di questi 3 pasticci all’americana.
Nel primo caso, la pizza è un trionfo di salame piccante, nel secondo è cosparsa di prosciutto, bacon, salame e salsiccia spicy, nel terzo è addirittura condita con prosciutto cotto e ananas a fette.
Dov’è finita l’eleganza della nostra bella Margherita, con un velo di pomodoro, della delicata mozzarella filante e un tocco di basilico per dare colore, profumo e freschezza?
Di fronte ad una tale carrellata di orrori culinari, ogni italiano si sentirà indignato.
Ancora di più un estimatore del mondo food d’eccellenza, che ha frequentato un corso di cucina a Firenze e ha potuto vivere in prima persona l’importanza che le materie prime e la cura nella preparazione rivestono nel realizzare un piatto top class: sta, allora, proprio agli esperti della cultura enogastronomica italiana diffondere il vero Buon Gusto Made in Italy, difendere le nostre materie prime e mantenere autentiche le antiche tradizioni.
*fonte: ispettorato contro le frodi alimentari – Report 2016