RITROVARE LA PASSIONE NEI MOMENTI PIÙ DIFFICILI
Massimiliano ha da sempre coltivato una grande passione per la cucina. Riservando però questa abilità solamente alla sua famiglia e agli amici.
Poi due anni fa, in pieno lock down da pandemia, Massimiliano ha deciso di dedicarsi maggiormente a questa sua grande passione. Ha studiato molto e replicato i piatti del suo chef preferito: Bruno Barbieri.
Poi quando si è sentito pronto, ha iniziato a creare e servire le sue ricette.
Più passava il tempo e più cresceva in lui il desiderio di realizzare il sogno di una vita: diventare uno chef professionista e vivere di questa straordinaria passione.
Fu così che cominciò a cercare su internet notizie sulla professione di Chef a domicilio, si imbatte per caso, su un sito di una personal chef diplomata all’Accademia Italiana Chef, presso la sede di Milano. L’ha chiamata e a seguito di una buonissima recensione da parte dell’ex allieva, a settembre del 2020 Massimiliano, si è iscritto al corso, frequentando tutte le lezioni con entusiasmo, determinazione e una gran voglia di imparare.
Terminato il corso purtroppo ha dovuto interrompere lo stage, causa chiusure dei ristoranti per via del covid. Ma il suo entusiasmo non si è spento, e finalmente a giugno 2021 ha potuto riprendere lo stage presso un ristorante di Milano.
Terminato uno stage molto produttivo, che gli ha dato modo di formarsi come Professionista, ha dato l’esame accademico, ottenendo un ottimo risultato finale.
Il suo legame con l’Accademia era così forte, che Massimiliano, decise di prestare servizio come assistente a ben nove corsi di cuoco professionista nella sede di Milano, affiancando lo chef Claudio Olivieri.
Più passavano i corsi e più si accorgeva che era il momento di intraprendere un ulteriore step, verso il suo traguardo finale, e siccome nella vita non ci si ferma mai, a dicembre 2021 ha deciso di iscriversi al corso di chef Professionista sempre nella sede di Milano.
Ora Massimiliano è un Personal Chef Professionista e punta sempre più ad una maggiore eccellenza.
Ripercorriamo la strada che ha portato Massimiliano al successo grazie all’intervista che ci ha concesso.
Dopo l’Accademia, quali direzioni hai seguito per creare il tuo posto nel mondo dei Personal Chef?
Come personal chef a domicilio ho iniziato prima da amici e poi attraverso il passaparola ho aumentato il numero delle cene e degli eventi a domicilio, ma non ancora in modo tale da permettermi di vivere solo di questa passione.
Quindi ho iniziato una collaborazione con una personal chef di Milano, che ha alle spalle nove anni di esperienza nel mondo della cucina a domicilio. Ho coinvolto in questo progetto anche un mio amico collega, anche lui studente dell’Accademia Italiana Chef.
Insieme abbiamo iniziato a farci strada in questo bellissimo e competitivo campo, fino ad arrivare ad oggi dove la strada è ben tracciata ed io la sto seguendo.
Ho capito durante questo percorso, che i miei menù devono essere sempre creati in base alle esigenze ed ai gusti del cliente. Infatti, cerco di trasmettere, attraverso i miei piatti, emozioni a chi li assaggia, grazie alla cura degli impiattamenti e dei sapori.
Sono convinto che i primi ad essere saziati devono essere gli occhi. Per ottenere questo sono alla continua ricerca di materie prime di qualità ed eccellenze enogastronomiche, sia della cucina italiana che di quella internazionale.
Cosa hai imparato durante lo stage?
L’esperienza in brigata non è stata sempre rosa e fiori. Ci sono stati dei momenti dove mi chiedevo: “ma chi me lo ha fatto fare, lascia perdere non è il tuo mestiere” e tutti quei pensieri negativi che ti vengono, quando sei in situazioni di pressione e stress dovuti agli alti ritmi di lavoro in cucina.
Ma tutto passava, quando pensavo al sogno che volevo realizzare ed alla grande determinazione e passione che avevo nel volerlo a tutti i costi realizzare.
Cosa ti appassiona di più di quello che fai?
Quello che mi appassiona di più del mio lavoro in cucina è la creatività che mi permette di creare sempre “nuove emozioni” nei piatti che realizzo, come nelle mie specialità: i risotti. Questi vanno dai classici, a quelli più particolari negli abbinamenti, ad esempio il risotto con gorgonzola, cioccolato fondente, peperoncino e polvere di rosmarino.
Quali sono le regole che hai appreso, o stai apprendendo, nel tuo percorso formativo e lavorativo?
Durante tutto il percorso formativo ho imparato che solamente la passione e l’amore, per quello che fai in cucina, non bastano.
Ci vogliono anche conoscenza, studio delle materie prime e delle tecniche di cucina. Ci deve essere un mix perfetto.
Mi piacerebbe trasmettere il messaggio che, nella vita non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni.
Io mi sono rimesso in gioco a 52 anni. Se uno ci crede e ci mette passione, determinazione, caparbietà ed amore per quello che fa, può riuscire ad ottenere quello che vuole, superando qualsiasi difficoltà.
Come ti vedi tra 15 anni?
Tra quindici anni mi vedo realizzato come chef e magari con un locale tutto mio. Un locale che dovrà rispecchiare la mia idea di cucina, fatta di contrasti che si abbinano in maniera perfetta, in modo da creare al palato un’esplosione di sapori e gusti incredibili.